L’uomo e la macchina: nemici o amici?

L’uomo e la macchina: nemici o amici?

L’avvento deciso e sostenuto della tecnologia negli ultimi decenni ha comportato un vero e proprio cambio di paradigma, non solo in relazione alle dinamiche funzionali e strategiche proprie dei contesti pubblici e privati, ma ha anche inciso in maniera sostanziale nella vita quotidiana di ognuno di noi.

Il dibattito sull’interazione uomo-macchina è tutt’oggi più che mai aperto e scottante, poiché affrontarlo vuol dire adottare una visione olistica e globale sulla questione, mettendo sul piatto della bilancia sia i risultati indubbiamente positivi dell’incredibile sviluppo economico e tecnologico, che quelli negativi.

A tal proposito, già nel 1997 il computer Deep Blue sconfisse il campione di scacchi Garry Kasparov in una sfida che fece epoca, rappresentando un vero e proprio punto di svolta nella concezione di superiorità fra la macchina e l’uomo. Proprio perché gli scacchi erano considerati da sempre come un simbolo universale di intelligenza, abilità e complessità, la sconfitta del campione mondiale Kasparov spalancò le porte ad un’amara consapevolezza. Come però sottolineò Melanie Mitchell, studiosa di sistemi complessi, Deep Blue aveva battuto Kasparov, ma non poteva festeggiare la vittoria.

Ecco perché gli studiosi ritennero necessario elaborare teorie per rassicurare gli “umani” del fatto che i computer non avrebbero mai raggiunto il loro livello.

“Il computer poteva prevedere le conseguenze di ciascuna mossa. Per questo, potevamo concentrarci sulla strategia invece di spendere tanto tempo in calcoli. In queste condizioni, la creatività umana era ancora più importante.”

(Garry Kasparov)

A questo punto il paradosso diventa esplicito: è l’uomo che domina la macchina o la macchina che domina l’uomo?

Sono molteplici oggi le casistiche in cui la quotidiana relazione con tecnologie, che parlano la nostra stessa lingua e prendono sempre più decisioni per noi, diventi predominante. Questo quadro di contesto mostra il lato problematico di come qualcosa chiaramente non funzioni.  Come è anche vero che ogni strumento a nostra disposizione, generato dal progresso tecnologico e digitale, può divenire costruttivo e generativo nel momento in cui maturiamo una visione critica dell’utilizzo che possiamo farne.

Ma quale direzione devono intraprendere le aziende di successo per trasformare l’impatto della tecnologia in opportunità reali? In che misura ogni manager dovrebbe sapersi districare nel binomio uomo – macchina, valorizzando le peculiarità dei due attori chiamati in causa?

Introduzione 
a cura di Giulia Fortunato, Content & Social Editor Manager di EMC3 Solution