Esplorazione o sfruttamento: come si costruisce l’innovazione in azienda?

Viviamo ormai in un contesto in costante e rapida trasformazione, all’interno del quale i fattori tirati in ballo sono molteplici, anche se talvolta apparentemente disconnessi fra loro. Eppure, incidono pesantemente nelle scelte di ogni giorno e anche in quelle prospettiche, in maniera sempre più inaspettata.

Abbracciare la scelta dell’imprenditoria in questo eterogeneo contesto sempre più globale, richiede al manager imprenditore una straordinaria capacità non solo finanziaria, ma soprattutto olistica di concepire la vita e il benessere aziendale.

Vestire il ruolo di leader oggi rappresenta una vera e propria sfida in primis per sé stessi, poiché necessita di un approccio multidisciplinare per saper guardare oltre, pensando non solo ai costi in termini di sopravvivenza immediata, ma anche in funzione di una proiezione futura, alla luce delle possibili opportunità da cogliere a lungo termine. Del resto, anche se in un altro campo, lo stesso fece Charles Darwin nel lontano 1859 per dar vita alla sua celebrata teoria evoluzionistica

“Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento. “

A tal proposito “innovare” è una forse delle parole più abusate negli ultimi anni nel gergo aziendale, accanto alla parola “resilienza”, in un contesto nazionale e internazionale, in cui di certo non mancano le aziende che hanno fatto scelte più votate a difendersi di fronte a un ambiente difficile, pagandone però il prezzo.

Ecco perché quando parliamo dei processi di innovazione, la regola chiave è senza alcun dubbio quella di procedere per piccoli miglioramenti incrementali e non per salti, come gli stessi processi di adattamento dei sistemi viventi ci insegnano.

Alla luce del fatto che quasi gran parte dei manager, specie se con visioni di breve periodo, tendano a preferire l’exploitation (lo sfruttamento) per incrementare visibilità e stabilità dei risultati aziendali, seguendo spesso una propensione potenzialmente auto-distruttiva, è dunque realmente possibile trovare un punto di equilibrio fra esplorazione e sfruttamento? Quale sarà la specie di imprenditore che sopravvivrà alla crisi e abbraccerà il cambiamento?

Questa la nostra riflessione rispetto all’articolo e agli studi che vi invitiamo a leggere di Matteo Gorini

Introduzione a cura di Giulia Fortunato, Content & Social Editor Manager di EMC3 Solution