Wealth manager tra intelligenza artificiale e finanza comportamentale

Il tema al centro di un nuovo libro di Antonello Di Mascio ed Enrico Maria Cervellati

La nuova normalità economica (deglobalizzazione, inflazione e tassi di interesse positivi), l’innovazione tecnologica sempre più rapida (big data, intelligenza artificiale, metaverso), il nuovo multilateralismo geopolitico, la tutela dell’ambiente e della società, le transizioni in atto (energetica, demografica, digitale) stanno avendo e avranno ancora di più in futuro riflessi sulla gestione del risparmio mondiale. Dovrà dunque cambiare anche l’approccio di chi professionalmente affianca gli investitori nelle scelte di pianificazione patrimoniale. 

 

«In un mondo in continua trasformazione e con un peso della tecnologia crescente, con l’intelligenza artificiale che in teoria consentirà di creare consulenti virtuali in grado di servire i clienti bypassando totalmente il wealth manager umano, quest’ultimo potrà riaffermare il suo ruolo esaltando la sua capacità di ascolto e di comprensione della psicologia della clientela. In questo senso, la finanza comportamentale in prospettiva potrebbe assumere una rilevanza addirittura prevalente rispetto alla finanza teorica e agli aspetti tecnici di conoscenza dei prodotti e gestione dei portafogli».

Lo scrivono Antonello Di Mascio ed Enrico Maria Cervellati nella presentazione al volume Wealth Manager, l’evoluzione del ruolo tra intelligenza artificiale e finanza comportamentale da poco in libreria per Egea.

L’idea di fondo dei due autori è dunque che il wealth manager nel futuro non potrà limitare il suo contributo ai soli aspetti tecnici ma dovrà spostarsi con sempre maggiore determinazione verso quelli comportamentali. Forte di un vantaggio competitivo nei confronti degli algoritmi: la capacità di dialogare in modo profondo, intimo, riservato con i clienti. Questo dialogo consente di anticipare e cercare di evitare errori comportamentali e quindi di allocare in modo ottimale il risparmio. L’adozione della finanza comportamentale e un utilizzo costruttivo della AI consentiranno così ai Wealth Manager di fronteggiare le sfide in atto e la concorrenza degli algoritmi.

 

Il volume affronta l’evoluzione del ruolo alla luce dell’innovazione tecnologica (AI in particolare) e trova nella applicazione dei principi della finanza comportamentale il metodo in grado di coniugare gli interessi di tutti gli attori coinvolti: gli stessi Wealth Manager, i clienti, gli intermediari.
Nella convinzione che un Wealth Management efficiente e innovativo sia una condizione necessaria per affrontare le prossime sfide anche a livello di Paese, perché può contribuire — attraverso l’allocazione efficiente del risparmio e la creazione di performance, ossia di nuova ricchezza — al sostegno dei consumi e quindi della crescita.

Fonte: Milano Finanza